di Caterina Mezzapelle
Torna l’imperdibile appuntamento a Sarzana presso la sala consiliare di palazzo civico la mostra di ricami “Sarzana …in Punta d’Ago”. Si tratta della VIII biennale del ricamo e delle arti femminili dedicata quest anno alla natura. La mostra dal tema “L’acqua ricama la natura” avrà come protagonisti preziosi capolavori realizzati da studenti dell’Accademia di Brera.
Alessandra Angelini, artista e insegnante, insieme agli studenti della scuola milanese hanno lavorato sul progetto “Ricami d’acqua” un percorso di studi tra la grafica d’arte e il mondo del ricamo soffermandosi con particolare attenzione sulle interpretazioni grafico-cromatiche che l’acqua suscita.
L’obiettivo è quello di fare del ricamo un linguaggio espressione della creatività utilizzando il segno, la materia ed il colore.
Protagonista della mostra anche Marta Manetti la quale ha realizzato una serie di disegni che poi sono stati realizzati su tela.
La mostra sarà aperta dall’8 al 16 agosto:
La rassegna ad ingresso libero è organizzata dal Comune di Sarzana e dall’Associazione Fili di Luna. La vernice della manifestazione si terrà sabato 8 agosto alle ore 17,30 con l’intermezzo musicale del Duo Pianistico Silvia Colosimo e Giuseppe Santucci dell’Accademia Musicale Bianchi di Sarzana.
Fonte: Città della Spezia
di Caterina Mezzapelle
di Caterina Mezzapelle
Il Portogallo è uno dei paesi più importanti per aver fatto tesoro delle tradizioni dei diversi popoli conquistati arricchendo così la propria cultura locale. E’ possibile dare uno sguardo alle diverse città per comprendere la rapida evoluzione del Portogallo nel campo dell’artigianato insieme agli artefatti culturali, ottenendo grandi successi commerciali e imprenditoriali.
Una delle tante tradizioni artigianali acquisita è quella del ricamo portoghese presente ancora oggi nei tessuti di lino e cotone, nelle tovaglie da tavola e coprivassoi, nella biancheria da casa per adornare le meravigliose case e i maestosi palazzi in diverse parti del mondo. Il ricamo portoghese è ancora oggi presente in capi antichissimi tramandati da generazione in generazione. Leggi…
di Caterina Mezzapelle
All’ombra del Monte Rosa, immersa nel verde, vi è una valle incantevole: la Valsesia. Un’oasi di silenzio dove si nasconde un’arte del tutto femminile le cui radici affondano in un prestigioso passato.
Le origini del puncetto valsesiano sono piuttosto misteriose in quanto si intrecciano tra segreti, storie e tradizioni. Si tratta di un’arte tramandata di generazione in generazione all’interno delle mura domestiche. Erano le mamme e le nonne a spiegare oralmente e con esercizi di abilità manuale alle proprie figlie come eseguire il puncetto valsesiano.
Alcuni abitanti raccontano che il ricamo valsesiano sia stato inventato dalle donne dell’omonima valle, altri spiegano che si tratta di una invenzione germanica che arrivò in valsesina con i Walser; altri ancora affermano che si tratta di una tradizione saracena e che sia arrivata in valle durante le occupazioni dei Mori provenienti dalla Spagna.
Le donne dell’alta valsesia praticarono per anni e anni merletti a puncetto. Per ben mille anni questi splendidi pizzi furono custoditi gelosamente come simbolo della Valsesia, fino a quando la Regina Margherita di Savoia, durante un soggiorno in Valsesia, ne venne a conoscenza e se ne innamoro’ così tanto che lo impose alla corte, grazie anche alla Marchesa d’Adda. E fu così che il merletto divenne noto in diverse parti d’Italia.
Il nome puncetto viene dal diminutivo della voce dialettale “punc” che vuol dire “punto” da cui “piccolo punto”.
Questo pizzo è particolarmente adatto ad ornare tessuti quindi è usato come bordo per tovagliette, centrini, fazzoletti ma soprattutto in passato ha arricchito paramenti sacri e tradizionali costumi locali.
Il puncetto è caratterizzato da soggetti geometrici e simmetrici. Viene eseguito impiegando una serie di nodi che si effettuano nei due sensi senza girare mai il lavoro e tenendo l’ago con la cruna verso il corpo e la punta verso l’esterno.
Per realizzare questi pizzi occorre molto tempo, tanta pazienza e precisione.
Affinchè i lavoro venga realizzato in maniera perfetta occorre contare tutti i punti e occorre essere molto abili nel saper regolare la tensione del filo, si tratta di un’abilità che si acquisisce con il tempo e sopratutto con la pratica.
Gli strumenti che occorrono per realizzare il merletto sono ago e filo.
La trina è composta da piccoli nodi che insieme vengono a crere un tessuto compatto nella struttura e resistente nella trama in un gioco di vuoti e pieni che creano disegni geometrici. A differenza di tutti gli altri tipi di ricamo, l’ago si punta dal basso verso l’alto e più fine è il filo, più pregiato è il pizzo.
Questo merletto veniva creato dalle donne per impreziosire il corredo, per i paramenti sacri e come ornamento raffinato dei costumi femminili tradizionali e poteva essere bianco, crème o in vivaci colori.
Ogni paese della valle elaborava un suo disegno tipico, ma poteva accadere che in alcune particolari occasioni le donne ci mettessero tutta la loro creatività per realizzare in gran segreto, come in una sorta di gara, un merletto dal disegno originale con lo scopo di stupire poi, per la loro fantasia, nel giorno di festa.
La notorietà dovuta ai Savoia durò poco: la produzione continuò solo in alta valle finchè, negli ultimi anni, si ripresentò come protagonista nel dare un tocco di classe alle decorazione di tovaglie, fazzoletti, lenzuola, asciugamani, tende e centrini. Recente è l’idea di realizzare un braccialetto in puncetto, tinta unita o colorato, per i giovani.
Nato il nuovo interesse per l’antica trina, sono comparse sul territorio scuole di puncetto per tramandare alle nuove generazioni la tradizionale arte. Inoltre si possono visitare mostre e musei dove vengono esposti i più bei ricami realizzati dalle abili mani delle donne valsesiane.
Questo robustissimo e compatto ricamo si tesse con migliaia di nodi creando disegni simmetrici. E’ anche chiamato “Punto Saraceno”, per le sue presunte origini arabe. Pare infatti che i valsesiani, crociati nelle Guerre Sante, al ritorno dalla Palestina recassero con sé donne saracene che conoscevano il punto e lo diffusero in valle.
di Caterina Mezzapelle
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di Caterina Mezzapelle
di Caterina Mezzapelle
di Caterina Mezzapelle
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di Caterina Mezzapelle
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di Caterina Mezzapelle
La Storytelling è l’antica arte del trasmettere oralmente eventi, attraverso parole, immagini, suoni e spesso si distingue dai racconti perchè è piena di improvvisazioni e abbellimenti. Tantissime storie o narrazioni sono state condivise nelle diverse culture e in qualsiasi luogo come mezzo di intrattenimento, con lo scopo di istruire, conservare la cultura e al fine di infondere valori morali.
L’arte del trasmettere oralmente venne praticata dagli Indiani d’America, in Africa e in diverse parti del mondo. Quì di seguito troverete una bellissima storytelling intitolata Piecing Earth & Sky Together. Si tratta di uno dei più bei racconti della creazione, che abbia mai letto, della tribù dei Mien di Laos. Una storia da leggere…interessante e che appassionerà sicuramente tutte le ricamatrici.
In principio, un aiutante del cielo chiamato Faam Koh scese a fare il cielo. Sua sorella, Faam Toh, scese per fare la terra..!
Così inizia la fantastica storia di due fratelli molto competitivi che utilizzano il distintivo del ricamo del popolo Mien per creare la terra e il cielo. Poichè entrambi i fratelli vogliono creare ciascuno la loro parte del mondo più bella, ricamano in segreto fino a quando non arriva il momento di rivelare la loro opera, e scoprire che i due pezzi messi insieme non combaciano!
I due provano a stirare il cielo con il risultato che alcune imbottiture rientrano creando le nuvole, Faam Toh risolve il problema cucendo nel tessuto montagne, fiumi, gole e valli. Soltanto dopo che il cielo e la terra combaciarono perfettamente, consentirono a tutte le piante e gli animali di prosperare.
Nancy Raines Day insieme alle bellissime immagini di Genna Panzarella ci raccontano una storia della creazione così dettagliata e affascinante che ha come protagonista il ricamo Mien. Insieme, essi creano un libro vivo e molto ricco e riescono a mettere insieme la bellezza della cultura Mien con quella della terra stessa.
Fonte: www.arte-ricamo.eu