Uomini e Ricamo – Ray Materson

di Caterina Mezzapelle


statistiche uomini e ricamo

statistiche uomini e ricamo

Il ricamo come tutte le arti creative non viene praticato soltanto dalle donne ma anche dagli uomini. Qualche mese fa ho inserito nel mio sito un sondaggio riguardo gli uomini e il ricamo..ecco i risultati:

Avevo già capito che gli uomini anche se apparentemente potrebbero sembrare disinteressati al ricamo  riescono ad apprezzare più delle donne questi preziosi manufatti. Non manca l’interesse e la voglia di conoscere e apprendere le diverse tecniche di ricamo, spesso sono proprio loro i protagonisti di vere e propri capolavori realizzati con ago e filo.

Rilassatevi adesso e mettetevi comodi perchè il vostro uomo ideale – Ray Materson , 53 anni, di Troy (New York), vuole condividere con voi parte della sua vita raccontandovi come è nato il suo amore per il ricamo.

Materson e il Ricamo

Ray Materson dopo aver trascorso tutti i suoi fine settimana da playboy, divorziandosi per ben tre volte, decide di trascorrere le sue giornate seduto comodamente nel suo divano a ricamare.

E non c’è cosa migliore che il ricamo“, afferma Materson al corrispondente Steve Hartman della CBS News, e aggiunge con molta soddisfazione; “Non mi sono mai annoiato con il ricamo“.

Ray Materson

Da circa 20 anni che pratica il ricamo come una piacevole e rilassante arte. Se pensate che adesso sembra un improbabile ricamatore, provate ad immaginare com’era quando ha iniziato a ricamare.

Materson è un ex carcerato presso la Penitenzieria dello Stato del Connecticut. Ha trascorso quasi otto anni dietro le sbarre per rapina – egli ci racconta di essere stato dipendente di sostanze stupefacenti.

Quando sei un tossicodipendente, ti puoi giustificare soltanto facendo qualsiasi cosa“, afferma Materson.

Un giorno, mentre era in carcere, per cercare di passare il tempo, decise di sfilare da una calza alcuni fili, prese in prestito dalla guardia un ago, costruì un telaio con un contenitore e servendosi di un paio di boxer come tessuto cominciò a ricamare.

Soddisfatto della sua prima creazione, continuò a ricamare dalla mattina alla sera. Adesso sono trascorsi 13 anni dalla sua liberazione dal carcere. I suoi ricami vengono molto apprezzati, i suoi capolavori si possono ammirare nella galleria a UC-Davis vicino a Sacramento.

Embroidery Cards

 

Ogni pezzo ha le dimensioni di una carta di credito, sono delle vere e proprie miniature eseguite a mano, anche per chi non se ne intende è possibile apprezzare i dettagli e la precisione del lavoro.

In carcere è possibile acquistare uno dei suoi pezzi per una cifra pari a quella di un pacchetto di sigarette. Fino a raggiungere $ 4.000. In maniera tale da potersi pagare l’affitto. Egli dice che non è mai stata una questione di soldi.

Ricami e Progetti Per Un Mondo Migliore

Di che cosa si tratta allora?

L’arte del ricamo insieme al modo di affrontare la vita, è un buon esercizio per imparare ad avere pazienza; ad essere in grado di avviare un progetto e portarlo a termine, è molto importante per la vita di tutti i giorni “, afferma Materson.

Ecco perché Materson sta cercando di avviare programmi di ricamo nelle carceri di tutto il paese. Di raccogliere fondi per il lancio dell’idea, egli prevede di vendere il suo ultimo capolavoro – uno pezzo unico delle sue opere d’arte – che egli spera di vendere per più di qualsiasi altro pezzo da lui realizzato.

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Fonte: www.cbsnews.com

Incontriamoci su Facebook per Parlare di Ricamo e Arti Creative

di Caterina Mezzapelle


Sono sicura che oltre alla passione per le arti creative hai voglia di condividere con gli altri le tue creazioni ed il vostrotuo sapere. Per questo è possibile contattare i tuoi amici e trascorrere dei momenti insieme attraverso Facebook un programma che oltre alla bache vi permette di fare delle vere e proprie video conferenze invitando un massimo di 5 persone. Potrete imparare per esempio un nuovo punto di ricamo insieme o parlare di un determinato progetto,

Io lo utilizzo già da un paio di mesi e devo dire che lo trovo molto utile…che ne dite di incontrarci su oovoo?

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Per saperne di più.

Un Gioco per Le Ricamatrici Stitch – Opoly

di Caterina Mezzapelle


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Vuoi condividere la passione del ricamo con le tue amiche?

Monopoli è un classico gioco da tavolo, tra i più famosi al mondo. Il gioco basato sull’acquisto, la vendita e l’affito di proprietà terriere mediante soldi finti cambia veste e si trasforma in un gioco davvero originale dedicato a tutte le appassionate di ricamo.

Un regalo gradito per le ricamatrici! Potrete divertirvi giocando con Stitch-Opoly.

Sarà un modo per trascorrere piacevoli ore in compagnia delle vostre amiche e conoscere nuovi punti di ricamo, materiali da utilizzare e tanto altro.

Fonte: www.arte-ricamo.eu

Dal Ricamo alla Stampa – Arte e Tradizione

di Caterina Mezzapelle


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tessuti d'arredo Pascucci

Esistono tantissime tradizioni artigianali in Italia e grazie alla tradizione del tramandarle da generezione in generazione possiamo oggi ammirarle e apprezzarle.

Una delle più importanti e antiche tradizioni artistico creative è quella della stampa a mano su tessuto.

L’arte della tela stampata, nata in Romagna intorno alla fine del 700 ebbe grandissimo successo intorno ai primi decenni dell’800.

L’idea di creare delle stoffe stampate ha avuto origine non dalle classi nobili ma da persone che non potevano permettersi di avere un corredo con stoffe pregiate e ricamate.

La stoffa utilizzata era la canapa dove venivano impressi motivi per adornare le coperte per buoi in seguito la tecnica venne utilizzata per decorare le tende, tovagliati e i copriletti. I motivi riprodotti erano spesso  imitazioni dei disegni ricamati  riproducendo così motivi floreali, bordure, galloni e fiocchi. In Romagna esiste tutt’ora una famiglia di artigiani che ha saputo cnservare questa meravigliosa e umile arte creativa. La tecnica utilizzata è quella della stampa xilografica applicata su stoffa.

Il tipo di tintura consiste in una pasta colorante ottenuta seguendo un’antica ricetta a base di soli elementi naturali, fra cui spiccano la farina e l’aceto di vino il cui caratteristico odore impregna l’aria di tutta la bottega.

La matrice di legno viene intinta nel colore, viene appoggiata sulla stoffa, canapa, cotone o lino, e percossa con un pesante mazzuolo in maniera da imprimere il disegno.

Dopo l’asciugatura, preferibilmente effettuata al sole, si passa al fissaggio del colore in grandi mastelli di legno con soluzioni a base di acido solforico e di soda caustica, perchè le tinte siano indelebili.

 Il prodotto finito è  molto originale e soprattutto diventa espressione della propria fantasia.

Oggi, quest’antica arte, è portata avanti dai fratelli Riccardo e Giuseppe Pasucci e dal cugino Francesco, che spiegano:

“Siamo tintori da oltre cinque  generazioni e i metodi di lavorazione non sono mai cambiati, così come l’atmosfera e l’odore di questa bottega che ha accompagnato i nostri nonni  e ora accompagna giornalmente il nostro lavoro, rendendoci testimoni di una tradizione assolutamente viva”.

Fonte: www.arte-ricamo.eu 

Una storia da Ricamare

di Caterina Mezzapelle


embroidery heart

embroidery heart

Un ricamo, per raccontare la nostra storia e pensare.

Un ricamo, per immortalare i momenti più belli della nostra vita.

Un ricamo, da donare alle persone che più hanno bisogno di noi.

Un ricamo, per esprimere il nostro amore.

Un ricamo. per essere felici per ciò che sappiamo fare.

Un ricamo, per farci anche sognare.

 

MariGiò

Arte & Ricamo Maggio 2008

di Caterina Mezzapelle


Arte e Ricamo Guida alle arti crative

Arte e Ricamo Guida alle arti crative

Ecco il secondo numero di Arte & Ricamo Piccola Guida Per La Tua Creatività . All’interno della guida trovi schemi di ricamo a punto croce e  uncinetto.

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Ricamo, Merletto, Storia e Tradizioni

di Caterina Mezzapelle


Il merletto, il ricamo e le trine sono un'arte dolce e armoniosa che esprimono i momenti della storia, del costume e soprattutto sono espressione di sentimento e sensibilità di un lavoro femminile.
 
Ci parlano di favole, di belllissime damine o principesse chiuse nei loro castelli alla luce di qualche raggio che a fatica penetra nelle piccole finestre del castello; di luce tremula di qualche candela, davanti alla quale delicate mani fanno spuntare su tele bianche, come per magia,  rami fioriti, farfalle posate su petali di un fiore, uccellini in volo.

Cenni sulla storia del merletto

Dalla sensibilità di questi animi romantici del passato è nata la meravigliosa arte del ricamo, che in particolare era il passatempo preferito anche dalle nobili dame del 500. Da allora tanti e tanti anni hanno cambiato usi e costumi ma quello di un lontano passato non è tramontato mai poichè è stato tramandato di generazione in generazione.

Il ricamo il merletto e le trine

Il merletto esercita un fascino per le trasparenze, per l'armonia tra pieno e vuoto, per essere simbolo di eleganza e di grazia. La sua storia nasce a Venezia verso il 1400. Il merletto possiamo definirlo come un tessuto trasparente lavorato con l'ago, con i fuselli o con l'uncinetto, cucendo, annodando, intrecciando fili doro, d'argento, di seta e di cotone manche di lino.
 
Nel 700 si assiste ad un aumento di merletti che vengono usati per ornare l'abbigliamento maschile soprattutto a sottolineare scolli, risvolti e maniche. Inoltre i merletti vengono usati per adornare gli altari e la biancheria da letto.
 
Lavori finissimi venivano eseguiti da abilissime mani che assicuravano alle merlettaie un lavoro dignitoso e compatibile con la vita familiare. Alcuni scritti sull'argomento riportano la tecnica del fusello ancor prima del rinascimento, questi hanno raggiunto il più alto valore a Venezia.
Il merletto a fuselli deriva dalla tecnica della tessitura della passamaneria.
 
 

 

I passamantieri tessevano bordure e galloni al telaio e intrecciavano su lunghi cuscini per mezzo di spilli attorno ai quali venivano messi dei fili che erano arrotolati su dei pesi di piombo di osso o di legno perchè non si ingarbugliassero tra loro.

Il merletto ad Ago è l'invenzione delle ricamatrici veneziane che ispirandosi alla tecnica del ricamo a fili tolti iniziarono a sfilare dalla tela un certo numero di trame e a ricoprire quelle restanti con un punto festone in modo da formare  una sorta di disegno a quadretti riuniti da altri fili lanciati realizzando la tecnica del ricamo a giorno.

Più in la poichè era necessario togliere un gran numero di fili le ricamatrici veneziane iniziarono a costruire esse stesse il reticolo di fili: era nato il merletto ad Ago.

 
Le due tecniche si distinguono in:

Il passaggio da una tecnica all'altra non è certa ma sembra alla fine del primo IV del secolo VI.

 

Verso la fine del 1600 i più antichi ed importanti libri guida per i merletti ad ago e fuselli furono pubblicati a Venezia il primo è quello di Matia Pagan intitolato "Giardinetto Novo di Punti Tagliati ed Gropposi Per Esercitio ed ornamento delle donne" pubblicato a Venezia nel 542 che tratta di ricamo.

Inoltre sembre a Venezia compare l'opera "Le Pompe" dove c'è la possibilità di visionare modelli per merletti a fuselli. Queste opere dedicate alle donne della nobiltà vennero utilizzate da tutte le classi sociali. Anche in Germania escono libri di modelli per merletti, celebri sono quelli pubblicati nel 1600 e 1620 da Isabella Catania Parasole e lucrezia romana che propongono motivi geometrici, stelle, rosoni, mosaici ecc.

 

 

Verso la fine del 1500 la nobiltà e la ricca borghesia fa largo uso di merletti applicati soprattutto l'uso del merletto si espande nelle grandi città d'europa, spagna, nelle fiandre ma anche a Venezia. Sono famosi i colletti di Elisabetta I d'Inghilterra. La moda si evolve ma il merletto eserciterà sempre un fascino per la grazia e la bellezza.

Grazie all'intenso scambio artistico ed intellettuale nell'europa del rinascimento si dà origine ad una diversificazione di stile, alla concorrenza e all'esigenza di fabbricare in proprio i prodotti necessari all'eleganza evitando l'importazione.

Anche lo stile del merletto si trasforma. Intorno alla metà del 1600 appare un merletto nuovo "Gros Point de Venice" il disegno si arricchisce di volute, di fiori ed è apprezzato dagli uomini e dalle donne.

In Francia il Collbert non si accontentò dell'imitazione del merletto italiano, puntò sulla produzione di un merletto originale francese chiamato "Point de France" che si differiva per la maggiore leggerezza.

Verso la fine del 1600 l'industria del merletto francese subì un notevole rallentamento a causa dell'emigrazione di questo declino ne approfittraono le merlettaie italiane e quelle delle Fiandre che si erano impadronite dei segreti del merletto francese.

Questo consentiva la produzione di merletti di grande dimensione con la collaborazione di più persone. I singoli elementi venivano poi uniti su un fondo realizzato a fuselli o ad Ago.

I più importanti centri di merletto a fuselli che fiorirno in Italia furono genova e Milano.

Il merletto genovese è un merletto a fili continui con motivi di rosono e fiori stilizzati . Il merletto di Milano è un merletto a fuselli a pezzi riportato, simile a quello delle fiandre ma nuovo nello stile.

Nel 1700 il merletto si specializza: per il merletto a fuselli si parla del merletto di Bruxelles, di Malines, di Valencienne e per il merletto ad Ago di Sedan e Argentan.

Il merletto di Bruxelles ha il pregio di esser eleggero morbido e spumeggiante usato dalle donne viene applicato sugli abiti e sulle scollature. Anche in Italia il merletto a fuselli e ad ago viene prodotto ovunque.

In Lombardia viene prodotto un altro tipo di trina a fuselli che porta il nome di Milano, quì i fuselli tessono un nastrino dal vivagno trasparente che gira a disegnare volute, fiori, figure di animali, stemmi e simboli religiosi su un fondo che si trasforma da quello a barrette a quello più leggero a barre esagonali. Per la facilità con cui si lava e si stira è adatto ad ornare camicie a reti di chiesa e corredi da sposa.

Si lavora in tutta la Lombardia e particolarmente a Cantù zona classica del merletto a fuselli. La trina di Cantù si ispira a motivi classici, intrecci decorativi a base di foglie, segni zodiacali, figure mitologiche che formano composizioni di grande grazia ed armonia.

Le trine dette meridionali vengono in gran parte dall'abruzzo e dalla Sicilia.

 

Pizzo Rinascimento in Sicilia

Il Pizzo Rinascimento trae il suo nome dal periodo storico in cui ebbe diffusione. Nel rinascimento infatti abbondava l'uso di trine e merletti per cui venne adottato per sveltire i tempi di lavorazione del merletto venezia, che era bellissimo ma di difficile e lunga esecuzione. Non c'è dubbio che il pizzo a Tombolo sia molto più prezioso, ma è anche molto più difficile da imparare e di lunga lavorazione.

 

Pizzo Rinascimento

 

Il pizzo rinascimento può sostituirlo egreggiamente per lavori che non siano di eccessivo pregio, ma che nel contempo devono risultare importanti e d'effetto. Un'altro problema per l'esecuzione odierna del pizzo rinascimento è la difficoltà nel reperire gli schemi ma si possono utilizzare schemi per il tombolo che nelle loro forme più semplici sono facilemente adattabili. Per la lavorazione a Pizzo RInascimento abbiamo bisogno: della spighetta, che è la trina che acquistiamo già tessuta.

Si trova nei colori bianco ed ecrù, di diverse forme e dimenzioni.

Della tela cerata, che è un tessuto pesante e non scivoloso sul quale va riportato il disegno del emrletto che vogliamo eseguire, e sulla quale poi verrà imbastita la spighetta ed infine del filato.

Questo va scelto in base alla misura della spighetta.

 

Lavorazione

la spighetta viene cucita sulla tela cerata seguendo lo schema su di essa riportato. una volta fissata bene la spighetta, si eseguono le barrette (le stesse dell'intaglio) ed un sopraggitto che fissa ed ha forma alla spighetta. I punti di riempimento sono tanti e di grande effetto per  donare importanza e bellezza al nostro lavoro.

 

 

Pizzo Rinascimento
 
Fonte: www.arte-ricamo.eu 

 

 

Web TV Dedicata al Ricamo e Alle Arti Creative

di Caterina Mezzapelle


WebTV - Ricamo - Uncinetto e Arti Creative

 WebTV - Ricamo - Uncinetto e Arti Creative

Quante volte ci è capitato di vedere una nostra amica eseguire una determinata tecnica di ricamo? Presi dalla curiosità abbiamo chiesto le spiegazioni, le abbiamo capite ma…ritornate a casa non ci ricordiamo tutti i passaggi. Come fare?

Ecco una TV davvero speciale….la desideravamo tutti da tanto tempo e adesso il sogno si è avverato. Non si tratta della TV tradizionale…ma di una TV amica, utile e sempre disponibile a soddisfare le nostre esigenze, importante per condividere con tutto il mondo la nostra creatività.

Sul Menù principale in alto a sinistra toverete una sezione chiamata WEB TV . Cliccandoci potrete accedere alla WEB TV.

Come funziona?

La TV sul Web è diversa da quella tradizionale perchè saremo noi a selezionare i programmi da vedere. E’ per questo che accanto alla schermata troveremo scritto ON DEMAND e sotto ci saranno diverse sezioni dove poter scegliere i video da guardare.

 WebTV Ricamo - Embroidery

 

Cliccare quindi sulla categoria scelta e selezionate il video desiderato.

  • Sarà possibile scegliere i video-tutorials con le spiegazioni delle diverse tecniche di ricamo, merletti e uncinetto.
  • Visualizzare i video con i lavori eseguiti da appassionati di arti creative nel mondo.
  • Ricette, notizie di arte, cultura e una divertente sezione con i cartoon.

 

Collaboriamo

Chiunque voglia condividere con gli altri la propria creatività, potrà realizzare un video e pubblicarlo su YouTube.

Una volta caricato il video su YouTube potrà segnalarlo sulla discussione del Forum “Impariamo con I Video “.

Fonte: www.arte-ricamo.eu

Arte & Ricamo – Aprile 2008

di Caterina Mezzapelle


Arte & Ricamo n.1

piccola guida alla creativita

Ecco il Primo Numero di Arte & Ricamo – Piccola Guida Per La Tua Creatività . All’interno della guida trovi schemi di ricamo a punto croce e uncinetto.

 

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Tradizione Arte e FolKlore in Sicilia – San Giuseppe

di Caterina Mezzapelle


"Spiegare un'usanza vuol dire scorrere la storia di una comunità locale e svelarne l'identità attraverso le manifestazioni della sua cultura popolare, sacra e profana, fatta di storia, credenze, religiosità, riti e tradizioni. Le origini si perdono nel tempo, ma conservano il fascino incantato della spontaneità dei cuori e della nobiltà dei sentimenti".

( Enza Gandolfo Bellomo)

 

Una delle feste più importanti dal punto di vista folkloristico è quella che si svolge il 19 Marzo, giorno in cui si festeggia San Giuseppe. Questa festa coinvolge tutti gli abitanti di Salemi che con fervore cominciano con i preparativi una settimana prima del giorno così tanto atteso.

La cena consiste in un banchetto che i devoti offrono ad un gruppo di bambini che simboleggiano la Sacra Famiglia.

Gli Uomini e la Costruzione del Tempio Sacro

 

 

 

Gli uomini, lavorando per giorni, preparano in una stanza a pianterreno la struttura in legno di piccoli altari estemporanei. Questi altari sono a pianta circolare o quadrata, con colonnine portanti che convergono in alto formando una cupola. Tutta l'impalcatura viene ricoperta interamente di ramoscelli di mirto odoroso ed alloro e decorata con  arance, limoni e pani.

Al centro si prepara un piccolo altare con cinque ripiani e si appende in alto un quadro che raffigura la Sacra Famiglia; ai lati si dispogono delle mensole a ferro di cavallo, su cui si poggeranno oggetti simbolici di significato costante e di facile lettura: carraffe di vino, vasi di fiori, frutta, fette di anguria rossa di gesso, candelabri, vasi con pesciolini rossi..

Ai piedi dell'altare si stende un tappeto dove si posano un agnello di gesso o di cartapesta che rappresenta il Cristo Immolato, un'anfora con acqua e un asciugamano bianco, disposto a forma di "M", per ricordare la purificazione, dei piatti con germogli di frumento, che inneggiano alla terra.

Nel centro dell'altare si prepara la tavola per la "cena dei Santi". Un ramo di alloro all'angolo della via richiama i visitatori devoti che si susseguono in fitto pellegrinaggio fino a tarda sera per ammirare l'incantevole altare. 

La Donna e la Preparazione dei Pani

La padrona di casa, aiutata da abili donne del vicinato, preparano e modellano con tanta creatività i pani votivi, con una notevole varietà di forme, ciascuna delle quali simboleggia elementi pagani, religiosi o legati al lavoro nei campi.

I principali simboli rappresentati sono quelli della tradizione cristiana, come il pesce, o i simboli della pentecoste, cioè la scala, la tenaglia o i tre chiodi. Oltre a questi, di chiaro riferimento religioso, le altre forme rappresentate fanno riferimento alla natura: così sono realizzate forme di animali, di piante e di fiori.

Per cogliere il profondo valore religioso delle cene di S.Giuseppe bisogna comprendere il simbolismo dei pani, che ripercorrono tutto il rapporto tra l'uomo e Dio e richiamano le meraviglie del Creato, secondo un criterio allegorico ben definito.

Guardando i cinque ripiani dell'altare, ricoperti di bianche tovaglie ricamate, si vedono appoggiati sul primo gradino, i tre grandi pani più significativi.

  • Al centro spicca "u cucciddatu", pane a forma di stella o di fiore che indica la luce divina e il profumo della vita, destinato al bambino che rappresenta Gesù.
  • A destra si mette "a parma", simbolo della pace, pane a forma di palma, in ricordo dei datteri di cui si nutrì Maria durante la fuga in Egitto, destinato alla fanciulla che impersona la Madonna.
  • A sinistra c'è "u vastuni", destinato al ragazzo che ha il ruolo di San Giuseppe. E' un pane a forma di bastone ornato di gigli che stanno ad indicare la purezza del santo e la pace cristiana.

 

Sul secondo gradino si espongono tre pani più piccoli, simili ai grandi, che rappresentano il popolo fedele al cospetto di Dio.

Al centro del terzo gradino si pone la "spera", cioè l'ostensorio che ricorda l'Eucarestia, con le spighe e l'uva come simboli e due angeli inginocchiati ai lati.

Sul quarto ripiano si collocano il calice di pane, tutto intagliato, le ampolline dell'acqua e del vino e altri due angeli in adorazione.Su un altare interno alla cappella, abbellito da fiori e frutta, vengono poggiati i pani più grossi che rappresentano i "Santi" ed i fedeli.

Preparazione delle Pietanze e l'Invito della Sacra Famiglia

Il giorno della festa, a mezzogiorno in punto, si invitano i "Santi" all'interno della cappella per consumare le almeno 100 ed una pietanza preparate dai fedeli, tra le quali non figura la carne che non è presente nella dieta quaresimale. Il banchetto si conclude con dei monologhi, detti "parti" recitati dai fedeli in onore di San Giuseppe.

Questa tradizione popolare che scaturisce da un atto di devozione nei confronti del Santo, viene coltivata da tempi immemorabili e vede ogni anno la partecipazione autentica di tutto il paese che per l'occasione ospitano numerosi turisti incuriositi.

 

Notizie Storiche sulla Città di Salemi

 

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Il nome della città di Salemi proviene dall'arabo Saleiman "luogo di delizia", appellativo dato dai conquistatori musulmani all'antica Alicia.

Salemi di origine sicana o elima , pare corrisponda all'antico sito di Alicia (dal fiume Alico) collocata dagli storici, tra cui Diodoro Siculo, tra Entella (Erice) e Lilibeo (Marsala). Alcuni ritrovamenti ne testimoniano le origini. Dalle risultanze dalle campagne di scavo effettuate nel sito di Monte Polizo risalente al VII-VI sec. a.C si è potuto accettare una continuità abitativa risalente allo stesso periodo con l'attuale centro storico della città.

E che il territorio fosse particolarmente adatto agli insediamenti proprio per la sua particolare posizione geografica lo si è accertato dal ritrovamento di un villaggio risalente al XII sec. a.C. in località Mokarta. Gli arabi la chiamarono Salem (salubrità) o anche, come scrive Rocco Pirri "locus deliciarum". Con i due Ruggeri, Salemi fu innalzata dai Normanni a città privilegiata, appartenente al regio demanio e fu sede del Baiuolo.

Il geografo arabo Edrisi nel 1154 così la descrive nel "Libro di Re Ruggero": Salemi è un casale molto vasto e popolato cui sovrasta un fortilizio in eccelsa posizione. In questa località, vero tripudio di alberi e giardini, le acque sorgive sono copiose…" Carlo V nel 1551 e Filippo II nel 1587, accordarono a Salemi con privilegio, il titolo di "Urbs Fidelis" e nel 1802 con decreto del Parlamento siciliano, la città ottenne il titolo di Senato.
 
Durante la rivoluzione del 1848 Salemi rivestì un ruolo fondamentale nella storia del Risorgimento partecipando ai moti insurrezionali del 1848 e assumendo una parte significativa nell'impresa dei Mille. Sbarcati a Marsala l'11 Maggio 1860, Garibaldi e i suoi picciotti si diressero verso Salemi dove giunsero accolti dalla popolazione in festa. Il 14 maggio Garibaldi assumeva solennemente la dittatura dando così l'onore a Salemi di diventare la prima capitale d'italia liberata dai Borboni.  
 
Fonte: Città Salemi – Ufficio Turistico 

 

 

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