Otto Secoli di Ricami – Lino Lana Seta e Oro

di Caterina Mezzapelle


palazzo madama mostra di ricami

Torino, dal 29 Luglio al 16 Novembre presso la Sala Atelier di Palazzo Madama, una mostra di ricami molto interessante intitolata Lino, Lana, Seta, Oro. Otto secoli di Ricami.

La storia del ricamo rappresentata da antichissimi abiti in mostra a Palazzo Madama, tra i tanti capi preziosi, un abito baiadera di Gianfranco Ferré ricamato interamente con cristalli Swarovski e canottiglie.

Sappiamo bene che il ricamo ha una storia antichissima e grazie elle antiche tradizioni tramandate di generazione in generazione ancora oggi possiamo apprezzare, salvaguardare e diffondere questa preziosissima arte affinché essa non venga dimenticata.

La parola ricamo deriva dall’arabo raqm che significa segno, ed è proprio disegnando con ago e filo che possiamo realizzare preziosi capolavori. Questa pratica antichissima ha origine in Oriente e si diffonde rapidamente nel Mediterraneo. Dal medioevo l‘arte del ricamo si diffuse in tutta Europa.

Per realizzare i capi raffinati e originali si utilizzano tutti i filati naturali di origine vegetale o animale, arricchiti da materiali preziosi come l’oro, l’ argento, preziose decorazioni come perle e coralli e luminose perline colorate di cristallo.

A Palazzo Madama è possibile vedere sessanta pezzi della collezione, ricami sacri medievali, abiti danzanti degli anni Venti, colmi di perline e perline in vetro.

Fanno parte della collezione ricami in seta e oro, con un prezioso san Cosma in or nué; ricami in lino bianco dei monasteri svizzero tedeschi e quelli in lana colorata per i tessuti da arredo, particolari della zona di Zurigo e Sciaffusa nel Cinque-Seicento.

I tessuti e gli accessori di abbigliamento settecenteschi sono decorati con fiori e rocailles come pettorine e borsette, biancheria per la casa, i corpetti a trapunto, i gilet, i copricapo da uomo.

Ricordiamo inoltre che il ricamo è un’arte praticata sia dalle donne che dagli uomini. Alla fine del XIII secolo a Parigi lavorano 200 artigiani ricamatori.

Oltre ai laboratori di artigianato tessile dove vi lavoravano sia uomini che donne, anche nei monasteri femminili l’arte del ricamo veniva praticata e diffusa attraverso vere e proprie scuole di ricamo.

Nel XVI secolo, il ricamo entra nelle mura domestiche: una giovane fanciulla futura sposa doveva saper ricamare e cucire.

Nei secoli successivi grazie all’introduzione della stampa fu possibile avere a portata di mano libri e disegni di ricamo utili per decorare la biancheria per la casa e i capi d’abbigliamento.

Palazzo Madama espone un oggetto molto raro: un quaderno manoscritto con una raccolta di disegni per ricami ad inchiostro e tempera, dedicato alla “mirabile matrona Marina Barbo” nel 1538.

Nella mostra importantissima anche la collezione di agorai, in smalto, avorio, microintaglio ligneo, dal XVII al XIX secolo: oggetti raffinatissimi e indispensabili strumenti per nobili donne.

Naturalmente non possono mancare gli imparaticci, una raccolta di schemi e disegni su stoffa noti anche come ‘samplers’. Si tratta di quadri in tela lavorati nei secoli dalle fanciulle per esercitarsi a ricamare e raccogliere schemi e modelli di punti per ricamo e rammendo.

L’imparaticcio più antico è firmato da Maria Teofine, che aveva 13 anni quando lo terminò nel 1617, ma gli stessi segni – l’alfabeto, i numeri, la croce, la chiave, i piccoli animali, i simboli della passione – si ritrovano nei lavori delle ragazze di due, tre secoli dopo.

Da non perdere i campioni di ricamo di Pino Grasso proposti per le creazioni dei grandi stilisti italiani.

Dulcis in fundo, la Fondazione Gianfranco Ferré ha concesso in prestito un eccezionale abito dell’atelier di Grasso disegnato da Ferré nel 2002, una lunga tunica in georgette di seta ricoperta da una miriade di cristalli Svarovsky e canottiglie.

…Ho voluto dare spazio alle straordinarie risorse di perizia e di pazienza di un certo artigianato, grande e unico. Così, per esempio, miriadi di cristalli sono ricamati con effetti “bajadère” su tuniche assolutamente stupefacenti”. Gianfranco Ferré, 2002.

Il manufatto più antico: un cappuccio di piviale della fine del XIII – inizio XIV secolo

Il più raffinato: la tovaglia ricamata da Caterina Cantoni, tra 1590 e 1610, in cui il ricamo è perfettamente rifinito su entrambi i lati del tessuto

Il più sorprendente (divertente): un frammento di stolone di piviale, opera spagnola del 1590-1600, con allegri teschi infiocchettati, che ricorda il piviale raffigurato da El Greco in El entierro del conde de Orgaz, del 1586.

Il più complesso: un ricamo in lana svizzero tedesco del 1580 ca, che unisce la raffigurazione della parabola delle Vergini sagge e delle vergini stolte alla raffigurazione degli Evangelisti e delle stagioni.

Fonte: Palazzomadama


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