di Caterina Mezzapelle
Intorno al 1960 l'arte degli origami iniziò a diffondersi, prima con gli origami modulari, e poi con altre tecniche in via di sviluppo, fino ad arrivare al kirikomi.
Per realizzare qualsiasi modello è essenziale seguire le regole principali:
Utilizzare un foglio di carta (o altro materiale sottile) di forma quadrata o rettangolare;
Non occorrono forbici o colla;
Essere molto precisi nel piegare il foglio;
Seguire passo passo tutte le spiegazioni per la realizzazione del modellino.
Se volete mettere in pratica la tecnica dell'Origami potete iniziare con un modellino semplice e utile. Potete infatti realizzare dei biglietti di invito per le vostre ricorrenze speciali.
Le istruzioni dettagliate si trovano nella Piccola guida alla Creatività , scaricabile gratuitamente online nel Gruppo Arte&Ricamo .
Quì di seguito troverete le video istruzioni per la creazione dei biglietti di invito:
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Fonte: www.arte-ricamo.eu
di Caterina Mezzapelle
Materiali:
Confetti
Tulle (rotondi o quadrati)
Nastrini di raso
Bigliettino di cartoncino
sacchettino di stoffa ricamato
Merletti
Fiorellini
Esecuzione:
Rifinire il sacchettino applicando all'estremità un merlettino;
Inserire del Capoc dentro il sacchettino e poi i confetti dentro il tulle;
Legare attorno al sacchettino alcuni fiorellini ed il bigliettino
Creare un fiocchetto servendovi di nastri di raso colorati ed inserite il fiocco insieme ai fiorellini.
Fonte: www.arte-ricamo.eu
di Caterina Mezzapelle
Ecco il Primo Numero di Arte & Ricamo – Piccola Guida Per La Tua Creatività . All’interno della guida trovi schemi di ricamo a punto croce e uncinetto.
Scarica la guida direttamente su Arte del Ricamo Shop
Per ulteriori informazioni contattami: shop@artedelricamo.com
di Caterina Mezzapelle
La spilla da balia è molto utile poichè serve per congiungere due strati di tessuto in modo sicuro.
Grazie alla struttura della chiusura che vi permette di non pungervi, questa spilla viene utilizzata e soprattutto indossata per chiudere momentaneamente parti indesiderate negli indumenti.
Ecco uno schema a punto croce per bambini da ricamare nei bavaglini.
Il nome da balia deriva dall’uso che se ne faceva, per chiudere i pannolini dei neonati quando erano di stoffa.
Fonte: www.arte-ricamo.eu
di Caterina Mezzapelle
di Caterina Mezzapelle
di Caterina Mezzapelle
"Spiegare un'usanza vuol dire scorrere la storia di una comunità locale e svelarne l'identità attraverso le manifestazioni della sua cultura popolare, sacra e profana, fatta di storia, credenze, religiosità, riti e tradizioni. Le origini si perdono nel tempo, ma conservano il fascino incantato della spontaneità dei cuori e della nobiltà dei sentimenti".
Una delle feste più importanti dal punto di vista folkloristico è quella che si svolge il 19 Marzo, giorno in cui si festeggia San Giuseppe. Questa festa coinvolge tutti gli abitanti di Salemi che con fervore cominciano con i preparativi una settimana prima del giorno così tanto atteso.
La cena consiste in un banchetto che i devoti offrono ad un gruppo di bambini che simboleggiano la Sacra Famiglia.
Gli uomini, lavorando per giorni, preparano in una stanza a pianterreno la struttura in legno di piccoli altari estemporanei. Questi altari sono a pianta circolare o quadrata, con colonnine portanti che convergono in alto formando una cupola. Tutta l'impalcatura viene ricoperta interamente di ramoscelli di mirto odoroso ed alloro e decorata con arance, limoni e pani.
Al centro si prepara un piccolo altare con cinque ripiani e si appende in alto un quadro che raffigura la Sacra Famiglia; ai lati si dispogono delle mensole a ferro di cavallo, su cui si poggeranno oggetti simbolici di significato costante e di facile lettura: carraffe di vino, vasi di fiori, frutta, fette di anguria rossa di gesso, candelabri, vasi con pesciolini rossi..
Ai piedi dell'altare si stende un tappeto dove si posano un agnello di gesso o di cartapesta che rappresenta il Cristo Immolato, un'anfora con acqua e un asciugamano bianco, disposto a forma di "M", per ricordare la purificazione, dei piatti con germogli di frumento, che inneggiano alla terra.
Nel centro dell'altare si prepara la tavola per la "cena dei Santi". Un ramo di alloro all'angolo della via richiama i visitatori devoti che si susseguono in fitto pellegrinaggio fino a tarda sera per ammirare l'incantevole altare.
La padrona di casa, aiutata da abili donne del vicinato, preparano e modellano con tanta creatività i pani votivi, con una notevole varietà di forme, ciascuna delle quali simboleggia elementi pagani, religiosi o legati al lavoro nei campi.
I principali simboli rappresentati sono quelli della tradizione cristiana, come il pesce, o i simboli della pentecoste, cioè la scala, la tenaglia o i tre chiodi. Oltre a questi, di chiaro riferimento religioso, le altre forme rappresentate fanno riferimento alla natura: così sono realizzate forme di animali, di piante e di fiori.
Per cogliere il profondo valore religioso delle cene di S.Giuseppe bisogna comprendere il simbolismo dei pani, che ripercorrono tutto il rapporto tra l'uomo e Dio e richiamano le meraviglie del Creato, secondo un criterio allegorico ben definito.
Guardando i cinque ripiani dell'altare, ricoperti di bianche tovaglie ricamate, si vedono appoggiati sul primo gradino, i tre grandi pani più significativi.
Sul secondo gradino si espongono tre pani più piccoli, simili ai grandi, che rappresentano il popolo fedele al cospetto di Dio.
Al centro del terzo gradino si pone la "spera", cioè l'ostensorio che ricorda l'Eucarestia, con le spighe e l'uva come simboli e due angeli inginocchiati ai lati.
Sul quarto ripiano si collocano il calice di pane, tutto intagliato, le ampolline dell'acqua e del vino e altri due angeli in adorazione.Su un altare interno alla cappella, abbellito da fiori e frutta, vengono poggiati i pani più grossi che rappresentano i "Santi" ed i fedeli.
Il giorno della festa, a mezzogiorno in punto, si invitano i "Santi" all'interno della cappella per consumare le almeno 100 ed una pietanza preparate dai fedeli, tra le quali non figura la carne che non è presente nella dieta quaresimale. Il banchetto si conclude con dei monologhi, detti "parti" recitati dai fedeli in onore di San Giuseppe.
Questa tradizione popolare che scaturisce da un atto di devozione nei confronti del Santo, viene coltivata da tempi immemorabili e vede ogni anno la partecipazione autentica di tutto il paese che per l'occasione ospitano numerosi turisti incuriositi.
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Il nome della città di Salemi proviene dall'arabo Saleiman "luogo di delizia", appellativo dato dai conquistatori musulmani all'antica Alicia.
Salemi di origine sicana o elima , pare corrisponda all'antico sito di Alicia (dal fiume Alico) collocata dagli storici, tra cui Diodoro Siculo, tra Entella (Erice) e Lilibeo (Marsala). Alcuni ritrovamenti ne testimoniano le origini. Dalle risultanze dalle campagne di scavo effettuate nel sito di Monte Polizo risalente al VII-VI sec. a.C si è potuto accettare una continuità abitativa risalente allo stesso periodo con l'attuale centro storico della città.
E che il territorio fosse particolarmente adatto agli insediamenti proprio per la sua particolare posizione geografica lo si è accertato dal ritrovamento di un villaggio risalente al XII sec. a.C. in località Mokarta. Gli arabi la chiamarono Salem (salubrità) o anche, come scrive Rocco Pirri "locus deliciarum". Con i due Ruggeri, Salemi fu innalzata dai Normanni a città privilegiata, appartenente al regio demanio e fu sede del Baiuolo.
di Caterina Mezzapelle
Ideazione: facciamo sbocciare dei piccoli fiorellini anche in cucina creando delle presine all’uncinetto e ricamandole con dei filati di cotone colorato.
Occorrente:
di Caterina Mezzapelle
Mancano pochi giorni alla Primavera e a noi ricamatrici piace molto dare un tocco di colore alla nostra casa per questo ho deciso di condividere con te lo schema a punto croce di una semplice bordura di fiori da ricamare a punto croce per decorare la biancheria per la casa.
di Caterina Mezzapelle
Il kimono è uno dei simboli più emblematici del Giappone. E 'ricco di simbolismo e di messaggi sociali. Non si tratta soltanto di un indumento: raccoglie un patrimonio di codici e tradizioni. E' l'essenza stessa della cultura giapponese.
I ruoli che esercita sono stati istituiti nel 17 ° secolo e non sono cambiati da allora. Tuttavia, il kimono esiste oggi in infinite varietà grazie alla diversità del tessuto, le tecniche di tessitura, la stampa e modelli.
Il termine Kimono originariamente veniva utilizzato per indicare qualsiasi tipo di abito; in seguito la parola venne a significare in maniera specifica l'abito lungo portato tutt'ora in Giappone sia dagli uomini che dalle donne di tutte le età. Il kimono è molto simile agli abiti utilizzati durante la dinastia cinese Tang.
La semplice forma del kimono a T può apparire in diversi modi, a seconda dello stile delle pieghe e del tipo di tessuto. Indossare il kimono e annodare un' obi- l'ampia fascia che ferma il capo-secondo le regole della tradizionale è molto difficile.
Questa esperienza è stata ancora una volta trasmessa da madre in figlia, ma ora ci sono le scuole di specializzazione, e si può ottenere un diploma per avere un'etichetta kimono. Una spiegazione dettagliata è necessaria per evitare errori inaccettabili.
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I colori vivaci sono soltanto per le ragazze non sposate e le maniche lunghe Kimono non possono essere indossate da donne sposate.
Gli artigiani giapponesi hanno utilizzato il ricamo per creare degli effetti speciali sul kimono – specialmente per il kimono da nozze. Con fili di seta e variazioni di punti "corti e lunghi" attraverso le diverse tecniche di ricamo come il punto pittura o il punto hira-nui, formando interi motivi, e utilizzando anche coloratissime piume. Alcuni hanno addirittura dato forma a figure tridimensionali.
Fili d'oro e d'argento sono costituiti da lamine sottili applicate su striscie di carta avvolti intorno a fili di seta. Questi fili metallici non possono essere cuciti nei tessuti di seta, per cui vengono "applicati": posti sulla superficie del tessuto e cuciti con fili di seta.
I motivi possono essere evidenziati con applicazioni d'oro oppure interi motivi possono essere costituiti da fili metallici messi fianco a fianco. La tecnica è chiamata shusu.
Il nuovo libro di Sophie Milenovich, fashion designer, è disponibile su Amazon con fotografie e disegni originali, sono illustrati splendidi Kimono con le varie sfaccettature del vestito dall'antichità ai nostri giorni.
Fonte: www.arte-ricamo.eu