Il Punto Croce In Marocco

di Caterina Mezzapelle


ricamo marocco

Continuando le ricerche appassionanti e coinvolgenti dell’arte del dipingere con le crocette, ci immergiamo per un attimo nelle meravigliose città del Marocco .

Da dove ha origine il  Punto Croce?

Nessuno ci saprebbe dire da dove proviene l’idea di far incrociare due fili per formare una crocetta, e poi disporre queste crocette in maniera tale da creare dei motivi,” afferma una ricamatrice.

Questi gesti ricorrenti, non sempre ripetitivi, questi rituali così formali hanno tessuto i destini delle donne per diversi secoli.

Un’arte dalle dimensioni economiche, sociali e culturali multiple.

Il ricamo è anche un pretesto per tessere i legami, le amicizie, vedere la complicità tra le donne e le ragazze che vivono da sole e che trovano nel ricamo un mezzo per migliorare la loro situazione.

Se il ricamo era considerato in passato essenziale nell’educazione delle ragazze appartenenti alle classi sociali elevate, molte ragazze oggi lo praticano per sostenersi economicamente e proseguire con gli studi a scuola. Coinvolti nel mestiere delle ricamatrici esse riescono così a guadagnarsi da vivere.

Per le giovani ragazze, in passato, era tradizione decorare i loro abiti per il matrimonio. Questi venivano certamente personalizzati con ricami che definivano le tracce della propria cultura e della propria identità.

E come la bellissima Pénélope , la ragazza marocchina decora i suoi vestiti aspettando il suo Ulysse , riempendo il tessuto ancora vuoto con migliaia di crocette (Ghorza).

Le distanze sono attentamente calcolate, poiché questa è un’arte che non ammette qualsiasi genere di errore: un lavoro che richiede tanta concentrazione, pazienza e perfezione. L’occhio dispone attentamente i colori.

Quest’arte viene trasmessa da madre in figlia. Chi conserva i segreti di quest’arte conserva anche l’eredità degli antenati, nei propri cassetti.

Il valore del lavoro è associato alla precisione ed al savoir-faire dell’artista. Ricamando degli esempi ne assicurino l’eredità : questo gioco del filo è  il ricamo delle forme e dei colori.

Fatima, una donna marocchina,  usa i colori vivi: il rosso ed il nero, il verde ed il giallo ecc..

Un’arte ingenua? Il dialogo tra l’occhio e l’ago fa apparire i segreti dell’anima, la sua anima.

Lei ricama le sue storie utilizzando delle figure e dei simboli.

Infatti, la pittura non rappresenta più la sola possibilità della modernità, il ricamo è un’espressione culturale molto profonda. Il desiderio fantastico nasce su di un tessuto bianco: c’è chi ricama un leone, mentre un’altra ricamatrice illustra attraverso un quadro una gazzella che beve.

Fatima ricama tutti i generi di vestiti (Jellaba, veli, abiti ecc.. senza dimenticare, la biancheria per la casa (le tovaglie ed i centrini, i sottopiatto e le tende).

La città di Fès è stata sempre conosciuta per la finezza e la bellezza di questi ricami; ed il blu è onnipresente. E’ possibile riconoscere gli oggetti decorativi perchè rappresentati da immagini di animali: cicogne, uccelli e da leoni.

A Salé (situato a pochi chilometri da Rabat ), con il ricamo “di Rabat”.

Si eseguono sempre i sontuosi ricami “di Rabat” a punto croce, punti molto stretti, che coprono larghissime tele.

Le ricamatrici eseguono a punto croce tutti i tipi di tovaglie, centrini, sottopiatti, i servizi da tavola, i cuscini, copertine di libri, le camicie, gli abiti da sposa, i vestiti di caffetano… con motivi geometrici di ispirazione berbera, o modelli copiati, stranieri, vicini al ricamo tradizionale.

Molti vanno a scuola di ricamo a Rabat per imparare il ricamo a macchina. Il risultato è meno raffinato, ma serve per far apparire altre tecniche: i bouquet, gli uccelli, le farfalle…

Le cooperative di Rabat e di Salé incoraggiano le ragazze ad imparare questo mestiere per permettere loro di rimanere a casa e guadagnarsi da vivere.

I ricami in altre regioni del Marocco sono ispirati alla natura (l’albero, i fiori, …).

Si trovano anche in certe regioni del nord, delle forme geometriche: il triangolo, il quadrato, il cerchio, ispirato certamente al ricamo occidentale (l’aleuj di tarz).

Secondo alcuni ricercatori il ricamo fu introdotto in Andalusia al tempo della dominazione Araba in Spagna.

La leggenda narra che Zeriab Al Maouesseli, l’illustre musicista persiano, fu il primo discendente Arabo che trasmise quest’arte a Cordoba.

Fonte: www.arte-ricamo.eu


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