di Caterina Mezzapelle
Fase di preparazione dello sfilato siciliano: si “indebolisce” il tessuto sfilandolo.
Fase di ricamo: si “rinforza” così bene che spesso, dei corredi antichi, rimane la parte ricamata, con un po’ di tessuto intorno, e il resto va distrutto.
Gli sfilati prendono i nomi dalle diverse epoche, dai luoghi di provenienza, da chi ne ha dato un’interpretazione diversa.
Esistono tanti tipi di sfilato siciliano e sono diversi tra loro variando da paese in paese. Gli sfilati più famosi, sono quelli della Sicilia e della Sardegna. Gli sfilati siciliani, più noti sono: il 400, il 500 , il 700 e il Vittoria. Gli sfilati sardi: quelli dal Campidano, quelli da Bosa e altri ancora.
Lo sfilato siciliano 500 è quello più facile da eseguire: si utilizzano disegni su carta quadrettata e dopo che si è creata la rete di fondo con una semplice sfilatura del tessuto, si esegue il punto cordoncino intorno ai disegni. Quando si lavora su tessuto così grosso da rendere facile il conteggio dei fili, ricamare diventa davvero un gioco divertente.
Chi è alle prime armi può eseguire prima il cordoncino di contorno e poi le sfilature: si delinea il disegno con una filza e si ripassa a punto cordoncino, poi si tolgono, sia nella trama che nell’ordito, 4 fili sì e 4 no. Sempre a punto cordoncino si riempiono i fili rimasti.
La trama del tessuto deve essere regolare. Per i lavori più importanti si può utilizzare il lino, per quelli più facili, invece, la tela Assisi.
Nel primo caso si può optare per un Cotone Ricamo a Mano Anchor, nel secondo si può scegliere il Cotone Mouliné Anchor a due capi oppure il cotone Perla Anchor
Autore: Caterina Mezzapelle
Fonte: www.arte-ricamo.eu
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